domenica 8 febbraio 2009

la cucina

...da un giorno in cui il caldo impazzava ad un giorno in cui il freddo si fa sentire e rende quasi d'obbligo una felpa.
Così,preso dalla giornata sono entrato in agenzia e...prenotato tutte le escursioni,pazzia.
Quando ho firmato lo scontrino della carta di credito ho dovuto asciugare il sudore dalla fronte.
Programma:partenza venerdì mattina lungo la “great ocean road” per tre giorni fino ad arrivare ad Adelaide.Dopo un giorno libero escursione di due giorni a “kangaroo island” e ritorno ad Adelaide.
Escursione di un giorno nella terra dei vini e poi via verso il centro dell'Australia per una settimana.
Ritorno ad Adelaide dove deciderò se rimanerci o prendere il treno e farmi quest'esperienza di viaggio lunga tre giorni nel nulla per arrivare a Perth.
E preso dall'euforia del viaggio sono entrato in negozio e dopo un'altra sudata ho preso finalmente la macchina fotografica.
Da oggi sono diventato un concorrente diretto dei giapponesi in viaggio.Vediamo chi riesce a scattare più foto...
Oggi sono andato a fare la spesa al “victoria market”,un mercato coperto dove vendono qualsiasi tipo di prodotto,dal cibo al vestiario.
Così visto l'avvicinarsi dell'orario di chiusura,ho approfittato per prendere la carne ed il pesce venduta a metà prezzo...non vi dico quante padelle ho fatto girare sui fornelli stasera per farmi un sughetto invidiabile da tutti!!!!
Mi sto leccando ancora i baffi dopo questa bella cenetta...
Vi saluto con queste righe sul piacere del cucinare:


Il cibo è come la sessualità:o è parlato oppure è aggressività,consumismo.
O è contemplato e ordinato oppure è animalesco.
O è esercizio in cui si tiene conto degli altri oppure è cosificato e svilito.
O è trasfigurato in modo estatico oppure è condannato alla monotonia e alla banalità.
Il cibo cucinato e condiviso,il pasto,è allora luogo di comunione,d'incontro e di amicizia.
Se infatti mangiare significa conservare ed incrementare la vita,preparare da mangiare per un altro significa testimoniargli il nostro desiderio che egli viva,e condividere la mensa testimonia la volontà
di unire la propria vita a quella del commensale.
Si perchè nella preparazione,nella condivisione e nell'assunzione del cibo,si celebra il mistero della vita e chi ne è cosciente sa scorgere nel cibo approntato sulla tavola il culmine di una serie di atti d'amore compiuti da parte di chi il cibo lo ha cucinato e offerto come dono all'amico.
Far da mangiare per una persona amata,prepararle un pranzo o una cena,è il modo più concreto e semplice per dirgli :” ti amo,e perciò voglio che tu viva e viva bene nella gioia”.
E' un miope incapace di stupore che nel cibo scorge oggi solo il frutto della tecnica che ha sostituito antichi attrezzi da lavoro o della scienza che ha inventato mutazioni genetiche.
Perchè un alimento possa soddisfare la nostra fame bisogna infatti che da esso emergano al di là delle proteine,dei carboidrati e delle vitamine l'intelligenza,la passione e il cuore dell'essere umano
che trasfigura la creatura in dono per il proprio simile.
Anche così,grazie allo stupore condiviso attorno ad una semplice tavola del Monferrato,ho scoperto che l'appetito dell'uomo è infinito perchè non appartiene al corpo,ma all'anima,che il cucinare deve sempre corrispondere un'attesa e che la tavola richiede un atto di fede da parte di chi cucina e da parte di chi mangia.

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