sabato 21 marzo 2009

buon rientro capitano

...stasera ho visto il lato umano di un uomo,ho visto questo uomo lasciarsi andare alle mozioni e commuoversi della propria figlia,ho visto crollare quel guscio che lo teneva al sicuro ed esprimere ciò che provava.
Ho sentito le sue lacrime,ho sentito la forza di un padre che torna alla sua vita dopo aver passato un magico momento con la figlia.
Avrei voluto abbracciarlo e accarezzargli quei pochi capelli,come se fosse un bambino bisognoso di affetto.
Ho ascoltato le sue parole e l'ho abbracciato con il mio pensiero.
Dedico a questa persona le parole di Gibran che lo accompagnino nel suo ritorno in Nuova Zelanda:

I vostri figli non sono fili vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso di voi,ma non da voi.
E benchè vivano con voi non vi appartengono.
Potete donar loro l'amore,ma non i vostri pensieri:
essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi,ma non alle loro anime:
esse abitano la casa del domani,
che non vi sarà concesso di visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro,
ma non farli simili a voi.
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli,
come frecce vive,sono scoccati in avanti.
L'arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e vi tende con forza affinchè le sue frecce vadano rapide e lontane.

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